Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di un nostro lettore all'indomani del risultato delle elezioni comunali 2014 a Marigliano.
Alla luce del risultato elettorale del Comune di Marigliano, bisogna porsi alcuni interrogativi, cercando di assumere un atteggiamento oggettivo (per quanto sia possibile). Ho seguito da osservatore esterno questa campagna elettorale, questa lotta feroce fra gente che tutto pare, tranne che amare il proprio paese.
Marigliano è un popolo di arrabbiati, di delusi, di gente che vota contro il nemico piuttosto che per l’ideale dell’amico. L’analisi risulta chiara, al ballottaggio il popolo ha votato Sorrentino, il candidato che si è sottratto ai confronti pubblici e televisivi, l’uomo che non è stato scelto dal partito locale, ma che è stato imposto,l’uomo di una politica vecchia, non più adatto a mio parere, ad assumere il governo di una città. Perde il prof. Papa, che si è esposto, cercando anche il confronto, mettendo in luce le sue convinzioni giuste o sbagliate, proponendo un programma, un uomo che non aveva da chiedere nulla.
Marigliano sancisce la sua sconfitta, distruggendosi con le proprie mani, l’avversione contro Paolo Russo riscuote i suoi frutti, ma i mariglianesi sembrano aver memoria corta. Questa sinistra si presenta con una coalizione sostenuta da Michele Cerciello, da Tommaso Barbato e da Michele Nappi, forse ci siamo dimenticati quale “ideale” hanno da sempre sostenuto queste figure. Uno da sempre eletto nelle file di centro-destra, l’altro vecchio democristiano oscillante, non ultimo il Dottor Nappi che in una prima fase, aveva ufficialmente presentato la sua candidatura a sindaco con Nuovo Centro Destra, poi aveva sostenuto la coalizione di Papa e infine in appoggiato Sorrentino.
Allora nella mia umiltà politica, nella visione da ventunenne, mi chiedo che vittoria mai possa essere questa? I grandi moralisti, si sono scagliati contro Russo ed hanno ragione, perché molte sono le sue colpe, ma brucia sapere che hanno chiamato “male minore” un crogiuolo di interessati al potere, un battaglione che come fine non aveva nulla, se non battere l’uomo nero. Vince così, ad essere sincero, lo schieramento degli accordi sotto banco, l’unione “forzata” delle liste. Vince purtroppo la rabbia, sull’iniziativa. Vince la sconfitta di uno e non la vittoria dell’altro, vince l’instabilità. Non ho ascoltato un programma in questa campagna elettorale che si basasse sulle proprie iniziative. Ho ascoltato solo l’ideale comune di abbattere la “destra”. Ma come, proprio quella destra dove molti(dei candidati di sinistra) hanno trovato sostegno negli anni passati. L’incoerenza regna sovrana e con essa vige il vecchio mestiere di fare politica.
Che l’ideale non esistesse più ne ero a conoscenza, ma sembra che si sia oltrepassato ogni limite. Sono deluso, deluso da una coalizione che non mi rispecchia a livello locale, deluso perché fin da quando si è formata in me un’ideologia, ho sempre creduto o provato a credere nella sinistra, ma di certo non potevo credere in questa. Adesso la rivincita è stata compiuta e traditori e traditi si ritrovano insieme, accomunati da un odio reciproco e interno, senza un barlume di speranza. Questa è la politica, mi hanno sempre detto. Ma un pensiero lo esprimo sinceramente, questa sinistra è più a destra di sempre.
Antonio Porcelli
Alla luce del risultato elettorale del Comune di Marigliano, bisogna porsi alcuni interrogativi, cercando di assumere un atteggiamento oggettivo (per quanto sia possibile). Ho seguito da osservatore esterno questa campagna elettorale, questa lotta feroce fra gente che tutto pare, tranne che amare il proprio paese.
Marigliano è un popolo di arrabbiati, di delusi, di gente che vota contro il nemico piuttosto che per l’ideale dell’amico. L’analisi risulta chiara, al ballottaggio il popolo ha votato Sorrentino, il candidato che si è sottratto ai confronti pubblici e televisivi, l’uomo che non è stato scelto dal partito locale, ma che è stato imposto,l’uomo di una politica vecchia, non più adatto a mio parere, ad assumere il governo di una città. Perde il prof. Papa, che si è esposto, cercando anche il confronto, mettendo in luce le sue convinzioni giuste o sbagliate, proponendo un programma, un uomo che non aveva da chiedere nulla.
Marigliano sancisce la sua sconfitta, distruggendosi con le proprie mani, l’avversione contro Paolo Russo riscuote i suoi frutti, ma i mariglianesi sembrano aver memoria corta. Questa sinistra si presenta con una coalizione sostenuta da Michele Cerciello, da Tommaso Barbato e da Michele Nappi, forse ci siamo dimenticati quale “ideale” hanno da sempre sostenuto queste figure. Uno da sempre eletto nelle file di centro-destra, l’altro vecchio democristiano oscillante, non ultimo il Dottor Nappi che in una prima fase, aveva ufficialmente presentato la sua candidatura a sindaco con Nuovo Centro Destra, poi aveva sostenuto la coalizione di Papa e infine in appoggiato Sorrentino.
Allora nella mia umiltà politica, nella visione da ventunenne, mi chiedo che vittoria mai possa essere questa? I grandi moralisti, si sono scagliati contro Russo ed hanno ragione, perché molte sono le sue colpe, ma brucia sapere che hanno chiamato “male minore” un crogiuolo di interessati al potere, un battaglione che come fine non aveva nulla, se non battere l’uomo nero. Vince così, ad essere sincero, lo schieramento degli accordi sotto banco, l’unione “forzata” delle liste. Vince purtroppo la rabbia, sull’iniziativa. Vince la sconfitta di uno e non la vittoria dell’altro, vince l’instabilità. Non ho ascoltato un programma in questa campagna elettorale che si basasse sulle proprie iniziative. Ho ascoltato solo l’ideale comune di abbattere la “destra”. Ma come, proprio quella destra dove molti(dei candidati di sinistra) hanno trovato sostegno negli anni passati. L’incoerenza regna sovrana e con essa vige il vecchio mestiere di fare politica.
Che l’ideale non esistesse più ne ero a conoscenza, ma sembra che si sia oltrepassato ogni limite. Sono deluso, deluso da una coalizione che non mi rispecchia a livello locale, deluso perché fin da quando si è formata in me un’ideologia, ho sempre creduto o provato a credere nella sinistra, ma di certo non potevo credere in questa. Adesso la rivincita è stata compiuta e traditori e traditi si ritrovano insieme, accomunati da un odio reciproco e interno, senza un barlume di speranza. Questa è la politica, mi hanno sempre detto. Ma un pensiero lo esprimo sinceramente, questa sinistra è più a destra di sempre.
Antonio Porcelli
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