n.1 STORIA DI UN SOGNO REALIZZABILE
Il collettivo utopia nel settembre 2013, notando lo stato di abbandono in cui versa l'area ex circumvesuviana di Marigliano, chiede al comune una convenzione per la gestione dello spazio.
Dopo circa quattro mesi e diversi appuntamenti con l'ufficio tecnico, riesce facendo pressione, a ricevere prima una determina e poi a leggere il documento di convenzione.
La convenzione incarna tutta l'ipocrisia, l'arroganza e il disinteresse di un'istituzione che, lontana dal territorio e dalle esigenze delle persone che lo abitano, non è disponibile a instaurare una relazione costruttiva con un'associazione indipendente.
Con la convenzione, infatti, il comune ha il coraggio di chiedere ciò che non ha fatto in questi anni: pulizia quindicinale, sorveglianza e responsabilità dell'area, pagamento dell'assicurazione per eventuali infortuni, affermando che questi contratti sono standard e che non possono essere personalizzati.
In realtà attraverso una semplice ricerca su internet, troviamo diverse convenzioni per le aree verdi, instaurate da altri Comuni con varie associazioni, che invece prevedono agevolazioni e sostegno al fine della cura e del miglioramento del territorio.
E' evidente, quindi, che il comune con questo atteggiamento, tende a demoralizzare chi vuole partecipare alla crescita del proprio territorio. Chi intende “coprire i buchi” che l'amministrazione comunale per mancanza di tempo, attenzione e personale, oltre alla troppa burocrazia, non riesce mai a svolgere.
Nonostante ciò, il collettivo utopia decide di agire lo stesso e in modo autonomo e autofinanziato comincia a pulire l'area e a dotarla di un arredo minimo, per restituire allo spazio la sua funzione sociale che l'articolo 42 della costituzione prevede e obbliga per ogni bene, sia esso pubblico che privato.
Il racconto contina, nei prossimi giorni... nell'attesa, passa alla stazione e contribuisci anche tu al miglioramento del nostro territorio.
Le foto sono di Antonio Mercadante. Stato di abbandono dell'area Dicembre 2013.
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